Il rispetto per l’ambiente dovrebbe essere una delle priorità nella vita di tutti noi, non solo in qualità di privati cittadini, ma anche in qualità di aziende. A questo proposito, è utile dire che uno dei processi più importanti sotto questo punto di vista, e non solo, è la separazione dei metalli. Questa delicata procedura dev’essere portata a termine con accuratezza e precisione. Può strizzare l’occhio all’ambiente, in quanto consente di recuperare i materiali non usati durante i processi industriali, per poi poterli utilizzare in un altro ambito.
Tuttavia, per riuscire a lavorare nel pieno rispetto del territorio, oltre a mostrare la giusta dose di impegno, bisogna avere a disposizione gli strumenti adatti. Tra i migliori troviamo il deferrizzatore magnetico: cos’è, come funziona e quando si utilizza? Cerchiamo di fare chiarezza in merito a ciò, rispondendo a ciascun quesito.
Deferrizzatore magnetico: cos’è e a cosa serve?
L’uso di questo macchinario è praticamente una costante per quanto concerne la separazione dei metalli. Può permettere di portare a termine la prima fase di raffinazione del materiale da processare, il quale può essere di varie tipologie, come ad esempio vetro, plastica, legno o altro. Il deferrizzatore magnetico si usa principalmente quando è presente un cospicuo quantitativo di inerte ferroso. La macchina si occupa infatti dell’estrazione e dell’espulsione delle intrusioni ferrose, assicurando la pulizia del materiale da usare per le successive lavorazioni.
Questo strumento non sempre ha bisogno di un impianto elettrico per funzionare: alcuni modelli necessitano solamente di un collegamento diretto ad un motore adeguato. Dopodiché saranno pronti all’uso.
La struttura e le tipologie di deferrizzatori per la separazione dei metalli
La struttura principale prevede la presenza di un magnete centrale. Questo ha il compito di generare un campo magnetico che andrà a magnetizzare il materiale ferroso. In pratica, quello che fa è attrarre il ferro dal basso verso l’alto. Poi la macchina lo muove verso il punto di scarico grazie all’azione di un nastro in gomma posizionato all’interno. Il deferrizzatore magnetico è dotato anche di un moto-riduttore capace di far muovere il nastro. La forza di attrazione con la quale avviene questo processo può essere determinata dalla forma o dalle dimensioni del materiale ferroso o dal rapporto peso/volume.
Anche i deferrizzatori magnetici sono di diverse tipologie, a seconda dei tipi di magneti che generano i campi magnetici (diversi a loro volta per l’intensità). Ci sono, ad esempio, quelli con magnete in ferrite, utili nel caso il materiale ferroso sia di grandi dimensioni. Sono disponibili inoltre i deferrizzatori dotati di magnete al neodimio. Quest’ultimo è più potente ed efficace per la separazione dei metalli ferrosi di piccole dimensioni. È utile per trattare il vetro resinato.
I nostri macchinari per la separazione dei metalli
Hai bisogno di attrezzature per la tua azienda, che possano completare e ottimizzare i tuoi processi industriali? Se la tua risposta è sì, scopri i nostri prodotti. Da anni ci occupiamo di produrre e commercializzare macchine di processo per la miscelazione, la separazione, il trasferimento e la deferrizzazione. Dai deferrizzatori industriali per la separazione dei metalli alle barre magnetiche, possiamo proporre strumentazioni performanti e innovative alle aziende che operano nel settore ceramico, alimentare, chimico e farmaceutico. Ti aspettiamo!